1 novembre 2008

Morir d'amore

Terremoto in Pakistan
Volevo fare una mia riflessione su quel giorno che nel nostro calendario precede di poco (e non è un caso) la ricorrenza dei defunti e ci dispone alla imminente conclusione dell’anno liturgico, mi riferisco alla festa di tutti i Santi, a quei beati raccontati mirabilmente da Gesù nell’episodio evangelico (Mt.5,1), che riguarda il grande discorso della montagna:
«Beati i poveri , gli afflitti, i miti, gli affamati, i puri di cuore, gli operatori di pace e i perseguitati perché di loro è il Regno dei Cieli!».
Stiamo parlando di persone normali, più o meno conosciute, il cui numero - pare diversi milioni - e la cui storia personale è stata un riflesso in questa vita dello straordinario amore che Il Padre celeste ha per tutta l’umanità.
La sua Grazia raggiunge proprio tutti superando spesso anche i confini della Chiesa (visibile), non sono poche infatti le anime che tornano al Padre anche dopo una esperienza di vita, fatta di ingiustizia, stenti e sofferenze e questo anche da non battezzati.
Già … è proprio così, Dio non fa differenze e … le sue vie non sono le nostre, fa splendere il sole su tutti, persino su quei fratelli lontani che non lo riconoscono.Scrutando il cuore di ciascuno di noi egli dispone la nostra storia, sia negli eventi personali che collettivi, proprio attraverso quelle vie indicate dal Maestro su quell’altipiano della Palestina.