17 gennaio 2008

Rembrandt

RISPONDERE ALLA GRAZIA

Molti sono coloro che camminano sulla vie del materialismo e della perdizione, è la solita scena che si ripete, il solito copione che ben conosciamo, è sempre lei , la pecorella smarrita che non fa mai niente per essere ritrovata (neanche un belato!), è Dio che la va a cercare! Senza la grazia di Dio che ci tocca il cuore saremmo incapaci di risollevarci e di convertirci dal peccato. Ecco perché è molto importante la preghiera per la conversione delle persone. Questa incapacità dell’uomo di salvarsi è spiegata bene sia nella parabola della moneta perduta che nella parabola della pecorella smarrita, mentre col racconto del figliol prodigo ci viene mostrata la risposta dell’uomo alla grazia.
“Padre dammi quello che mi spetta” questo chiede il figlio al vecchio padre, ed è una richiesta che ha il sapore dell’ingratitudine, come se noi dicessimo a Dio che la vita è nostra e che noi siamo gli unici padroni delle nostre cose; questa è una menzogna grande quanto il peccato, poiché la vita e le cose che abbiamo ricevuto sono dono gratuito di Dio . Quello che colpisce invece è che il Padre anziché prendere un bastone per darlo in testa al figlio, non dice niente, tace e acconsente alla richiesta.
Tu ti ribelli a Dio… e lui che fa? ti lascia andare! Egli infatti rispetta la tua volontà e libertà, non ti contrasta, pur soffrendo per questa tua decisione…è il rischio che Dio sapeva di dover correre dal quell’ istante della creazione in cui plasmò l’uomo libero a sua immagine e somiglianza.
A questo punto viene da chiederci: che futuro ci sarà per quei giovani che si apprestano a ricevere il sacramento della prima comunione, quando quotidianamente saranno tentati di voltare le spalle al Signore? Di riprendersi la loro vita, magari sbattendogli la porta in faccia? Forse si comporteranno anche loro come il figliol prodigo, quando dopo una bella ma purtroppo breve esperienza con la Chiesa, ritorneranno alle loro vecchie abitudini, cercando magari quella felicità che le false illusioni del mondo gli propineranno e forse un giorno potrebbero trovarsi anche loro con la faccia per terra a contendere le ghiande ai porci.
Noi uomini abbiamo due tipi di esigenze: la fame di mondo, ma soprattutto il desiderio di Dio! Tornare a casa dunque è conversione, è luce che si irradia e passa attraverso la colpa e la sofferenza dell’anima, anima che anela al perdono del Padre, un Padre che non ha mai cessato di attendere sull’uscio di casa. E’sempre lui che corre incontro al figlio e lo bacia... non chiede altro!

3 gennaio 2008

LA PREGHIERA “NUCLEO PULSANTE DELLA FAMIGLIA”


Anche quest’anno ci accingiamo ad iniziare il catechismo della prima comunione, con la speranza che lo Spirito del Signore ci spinga e ci sostenga in questo difficile compito che ci aspetta.
Il catechista infatti non solo deve preparare i fanciulli a ricevere questo importantissimo Sacramento, ma anche e soprattutto, deve riuscire a “catturare” l’interesse e il cuore dei ragazzi, per orientarli verso la persona di Gesù. Per questo motivo proprio per presentare un percorso, a mio parere necessario, ho deciso di scrivere questo articolo che non ha la presunzione di voler essere niente di più che una riflessione per noi tutti.
In primo luogo, la famiglia è il primo ambiente in cui il bambino avverte di essere persona e si sente accolto; sempre nella famiglia il bambino si va aprendo alla vita, si va formando giorno dopo giorno e nessun’altra esperienza lascerà tracce tanto profonde nella sua vita, in bene o in male.
Gerardo Pastor (decano della Facoltà di Piscologia della Pontifica Università di Salamanca ) afferma che «né gli asili o scuole, né i gruppi dei coetanei, né le parrocchie, né i mezzi di comunicazione sociale (stampa, radio e televisione), riescono a penetrare tanto a fondo nell’intimo del bambino come i genitori, da cui si dipende pienamente nei primi sei o nove anni di vita.
Uno dei fattori che ha sempre contraddistinto il ruolo educativo dei genitori cristiani all’interno delle mura domestiche è l’educazione alla preghiera.
In passato la preghiera in famiglia era qualche cosa di “normale”, con i suoi ritmi e i
suoi momenti: prima dei pasti; l’«angelus», il rosario, le preghiere del mattino e della sera; generalmente, era la madre quella che si occupava di assicurare e guidare questo vissuto religioso.
Oggi, la vita del nucleo familiare è cambiata profondamente; tutto è diventato più difficile; e, a poco a poco, abbiamo abbandonato la preghiera in famiglia e quella individuale.
Il risultato è che oggi la nostra generazione si sente sempre più imbarazzata nel proporre
la preghiera in famiglia; che ci appare come qualcosa di forzato, artificiale che non ci esce dal cuore.
Il primo passo per un cambiamento, a mio avviso devono farlo i coniugi, imparando a
pregare insieme una preghiera di coppia, semplice, normale, senza ulteriori complicazioni, che sia la base su cui costruire il ritorno al piacere di pregare in famiglia.
Questa preghiera di coppia, potrebbe per esempio consistere nel chiedere perdono a Dio
per i peccati, un ringraziamento per tutto quanto ricevuto, per tutto il bene che c’è nella coppia e nei figli.
È giusto che i genitori preghino per i figli e anche in nome dei «figli», per i piccoli che
ancora non sanno pregare e per i grandi che forse sono in crisi e non sanno più farlo.
Sarebbe consigliabile, dove possibile, riservare in casa un luogo o un «angolo di
preghiera», destinato allo scopo.
La preghiera è un’esperienza che il bambino deve scoprire e apprendere dai genitori, è
necessario pertanto che il bambino veda pregare il papà e la mamma; se osserva che pregano senza fretta, rimangono in silenzio, chiudono gli occhi, si inginocchiano, egli intuisce l’importanza di questi gesti e percepisce la presenza di Dio nella famiglia come qualche cosa di bello e positivo, imparando il linguaggio religioso, ma anche i segni che così restano incisi nella sua memoria, non c’è altro che può sostituire questa esperienza.
Soltanto così il bambino si avvicinerà alla preghiera in maniera spontanea, e pregherà
come deve pregare, con lo stesso atteggiamento, lo stesso tono, la stessa gioia; giungerà poi il tempo in cui sarà lui stesso ad iniziare una preghiera, questa gli rimarrà incisa nella memoria come qual cosa di naturale che appartiene alla vita quotidiana della famiglia.
Successivamente l'educazione alla fede permette anche un’autentica fusione nel bambino tra fede e vita, e quindi una vera crescita di vita cristiana, poiché l'iniziazione cristiana data dai genitori è intrinsecamente legata ai fatti e alle realtà concrete della vita quotidiana.
Dal momento che le famiglie cristiane sono le "cellule" primarie della comunità ecclesiale e sociale, i genitori, grazie alla fede in Cristo, partecipano pienamente alla missione evangelizzatrice della Chiesa; naturalmente ciò può avvenire soltanto se c'è una comunità cristiana che li segue e li aiuta, incoraggiandoli nei momenti di difficoltà e sostenendoli nel cammino di santità.

2 gennaio 2008

IL MISTERO DEL MALE




Con l’inizio del 2008 i nostri pensieri , inevitabilmente vanno all’anno appena trascorso, i vari canali della televisione ci propongono servizi giornalistici che tentano di fare un bilancio su quanto di più importante è accaduto nel nostro paese ma anche all’estero.
Gli argomenti spaziano dall’economia , alla cronaca, alla politica ma soprattuto ci fanno ripercorrere – con particolare dovizia – gli eventi più drammatici e le scene susseguenti ad essi, particolarmente intrise di violenza gratuita ed esplicita, spesso infatti vengono mostrate scene con inquadrature da vicino di sangue, brandelli umani con orrori di vario genere, il tutto corredato dalle scene strazianti di dolore dei parenti delle vittime.
Sembra quasi di assistere a uno di quei film dell’horror che tanto vanno di moda nelle nostre sale cinematografiche; ma perché a questo mondo tutti quei fatti che sono rappresentazione del male e di una società malata fanno così tanta notizia? Perché siamo così attirati dalle brutte notizie?
Gli addetti ai lavori ci spiegano che le belle o le buone notizie ( e ce ne sono tante ) non fanno audience, non interessano.
Detto questo mi è sembrato alquanto doveroso e opportuno fare una mia piccola indagine che non ha certamente la pretesa di esaurire un argomento così vasto, ma vuole essere una semplice scorribanda – passatemi il termine - all’interno di un argomento che riguarda proprio il male e il peccato, quello che Paolo nella sua 2° lettera ai Tessalonicesi chiamava “il mistero d’iniquità”.
Ma cos’è il peccato?
La Chiesa ci insegna che il peccato è la condizione, lo stato di lontananza da Dio, per sua natura strettamente legato al male e mirabilmente rappresentato con l’immagine biblica del serpente nel libro della Genesi e del dragone nel testo dell’Apocalisse . Entrambe le immagini ci danno l’idea di qualcosa di molto pericoloso, certamente da tenere a distanza(CCC 2851).
Ma come nasce il male?
Intanto, sicuramente non viene da Dio, l’Onnipotente infatti è solo fonte di bene. Il male nasce nella notte dei tempi, certamente molto prima dell’uomo (visto che il libro della Genesi ce lo presenta nel paradiso terrestre prima della creazione dell’uomo), la sua comparsa scaturisce dalla creazione, al tempo in cui l’Onnipotente con un atto di amore creò delle creature spirituali, simili a lui nella libertà e quindi capaci di amarlo o di rifiutarlo.
Stando all’Apocalisse esattamente 1/3 degli angeli comandati dal Principe Lucifero si ribellò a Dio, rifiutando il suo amore, schierandosi contro di lui e scatenando così una guerra angelica il cui esito fù, per gli angeli ribelli, di essere precipitati sulla Terra, con tutte le conseguenze del caso.
Da quello che la Rivelazione ci descrive sembrerebbe quindi che nel corso dei secoli il Principe del male abbia posto la sua autorità e il suo nefasto potere sulla Terra, ed è proprio qui che si è trasferito il teatro dello scontro finale, l’eterna lotta tra le forze del bene e quelle del male.
Quanto detto è avvalorato dalla situazione storica in cui versava l’umanità al momento della venuta del Salvatore. Infatti proprio nell’anno 27 d.C., anno in cui Gesù inizia la sua attività pubblica, scendendo apertamente in campo contro il Governo delle Tenebre (attività descritta soprattutto dal vangelo di Marco) la situazione dell’Umanità era veramente drammatica :
L’ingiustizia e la prepotenza dei più forti regnavano sovrane;
L’impero Romano anche se portatore di civiltà e di progresso era fondato sulla schiavitù e quindi sullo sfruttamento dei più deboli;
Le malattie, le malformazioni e il degrado umano non avevano mai toccato limiti così bassi, basta pensare a quante volte Gesù dovrà intervenire per curare, guarire malattie di ogni genere o liberare poveri disgraziati vittime di possessioni diaboliche;
Roma e le Potenze confinanti ad eccezione degli Ebrei, praticavano l’idolatria nella quasi totalità, sacrificando spesso al culto degli dei persino vite umane.
Dopo la morte in croce del Salvatore, il Principe del male è stato sconfitto e il governo delle tenebre è passato per così dire all’opposizione.
Lo sviluppo della Teologia sotto la spinta dello S.S., nel corso dei secoli ha dotato il Cristianesimo di armi adeguate, onde poter contrastare il male e tutte le sue molteplici manifestazioni.
Il primo strumento particolarmente efficace di cui dispone la Chiesa è il sacramento del Battesimo.
Con il battesimo diventiamo figli di Dio e fratelli di Gesù, entriamo così a far parte della famiglia del Signore, o per dirla con Benedetto XVI in una Comunità di amici il cui centro è Cristo.
Con il Battesimo siamo stati anche liberati dal peccato di origine (quello per conseguenza dei nostri antenati), però - ahimè - il battesimo non ci libera ne dall’inclinazione al peccato (concupiscenza), ne dalla tentazione a peccare che rimane per tutta la nostra vita.
Necessaria dunque per un adeguato cammino di santità è la preghiera che oltre a mantenere viva e fresca la comunione con Dio , ci preserva anche dagli eventuali attacchi satanici.
Particolarmente raccomandata dalla Chiesa, ma anche dal famoso esorcista (Padre Gabriele Amorth), proprio per quanto precedentemente detto è la preghiera quotidiana del Rosario.
Concludendo con la sua morte in croce il Salvatore non ci ha soltanto riconciliati col Padre, ma ha dato inizio a un nuovo corso storico per l’intera Umanità, il piccolo seme di senapa è diventato un'albero e per la Chiesa e il Cristianesimo nascente, è cominciata una nuova sfida, un nuovo cammino nel corso dei secoli, tutto improntato verso le più grandi conquiste sociali e culturali, orientate alla libertà e alla giustizia. Aggiungo anche che una delle cose che ha permesso il successo, o meglio il primato dell’Occidente su tutto il resto del mondo, è il Cristianesimo, infatti sono state le basi morali cristiane della vita sociale e culturale che hanno permesso l’emergere del Capitalismo e poi la riuscita transizione verso politiche democratiche sempre più avanzate (La vittoria della Ragione di Rodney Stark) ; non dobbiamo avere alcun dubbio in proposito!