23 ottobre 2009

CASOMAI....



Ogni tanto in Tv capita di assistere a dei veri e propri capolavori del cinema italiano; mi riferisco a quella pellicola firmata dall’ottimo Alessandro D'Alatri, dal titolo (Casomai) del 2002 . Il film affronta il tema del matrimonio e ci mostra un’autentico spaccato di vita coniugale.
La coppia (Stefania Rocca e Fabio Volo), i protagonisti del film, dovrà affrontare le nuove prospettive che la vita e la società di oggi propongono.
Manco a farlo apposta qualche settimana fa (XXVII domenica del tempo ordinario) la Chiesa ci ha presentato proprio questo tema, mostrandocelo, come sempre, dalla prospettiva biblica.
Nella prima lettura dell’A.T. abbiamo la versione Jhavista (*) sulla creazione prima dell’uomo Adamo e poi della donna Eva che in questo caso viene affiancata all’uomo come compagna in cui il maschio si completa, realizzando nella coppia una nuova relazione di comunione.
Nella versione Sacerdotale(*) la coppia (maschio e femmina li creò) viene vista più sotto l’aspetto procreativo secondo il quale l’uomo e la donna si uniranno per moltiplicarsi e dominare la terra.
Nel vangelo (Mc.10,2-16) Gesù nel rispondere ai Farisei che lo interrogavano, utilizza entrambe le versioni (J.S.) proprio per voler sottolineare che in esse, l’armonia della coppia, si completa; restituendoci pienamente, in tutta la sua bellezza, l’amore che Dio ha per l’uomo.
Ma come sempre allo stupore delle cose belle che Dio ci dona, si contrappone la dura e cruda realtà del vivere umano che produce società infelici e…ahinoi, incapaci di affrontare sufficientemente i grandi temi del vivere quotidiano.
Perciò, proprio attorno alla famiglia (cellula primaria della società) ci giocheremo il futuro e…
non ci sono dubbi, come tale va difesa e tutelata quale “Centro strategico” di un umanità indebolita nei valori.
In Europa, dato di questi giorni, avviene un divorzio ogni 30 secondi, e se andiamo a guardare con la lente di ingrandimento le cause che portano a questi numeri; ci troviamo di fronte a motivazioni, se vogliamo, in alcuni casi persino banali.
Non sento più niente! Non l’amo più! Non siamo compatibili …ecc. Queste le frasi più ricorrenti dietro le quali si trincerano molte coppie di oggi.

“Ma e mai possibile che l’AMORE quello con la A maiuscola possa finire così?” Si chiede il giovane sacerdote, nel film …..”E’ credibile!” e continua…
I baci, gli abbracci, le carezze com’è possibile che tutto ciò possa finire? Ci dovremmo credere? E prendere per buone certe giustificazioni? Non sarà invece che quel sentimento cosi meraviglioso sia stato seppellito e soffocato sotto una montagna di cose che nulla hanno a che fare con l’amore!
Non sarà che due che si amano oggi fanno paura?
A chi?
All’infelicità!
Oggi l’infelicità sembra essere il motore del mondo. Due separati oggi per vivere devono avere:
Due case
Due macchine
Due frigoriferi
Due lavatrici
Due dentifrici ecc…
Tutto doppio! … E attenzione chi è infelice spende di più, perché sente il bisogno di premiarsi!!!


Pensiamoci a queste affermazioni… anche se solo frutto di un copione da film, ma pesanti come macigni!
Possiamo pertanto concludere, a termine di questa breve esposizione, che i giovani sposi, per mantenere viva la loro fiamma d’amore, devono aprirsi a una nuova esistenza, realizzando con la famiglia da cui provengono una comunità comunione di persone ”Chiesa domestica” - Lumen Gentium,11 – (**) attorno a cui fare ruotare anche le vecchie amicizie (se possibile), e contemporaneamente guardare con fiducia alla comunità parrocchiale locale, per entrare in relazione con essa in un progetto di collaborazione e mutua assistenza.
Sempre e comunque questo atteggiamento deve trovare alimento nelle preghiere quotidiane che devono essere semplici e fatte col cuore, in particolare una preghiera di ringraziamento alla SS. Trinità, per tutto quanto ricevuto e per tutto il bene che c’è nella coppia.

(*) Tradizioni scritte dell’A.T.
(**) Costituzione dogmatica Concilio Vaticano II

13 ottobre 2009

La porta stretta

"Ma egli, rattristatosi , se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni."


Leggendo questo brano mi viene in mente quel famoso detto che diceva - il denaro è un ottimo servo, ma un pessimo padrone – La saggezza degli anziani che ci suggerisce e ci mette in guardia nel tenere sotto controllo il valore del denaro, pena la schiavitù o il lasciarsi dominare da esso. Sappiamo infatti, l’esperienza insegna, che a volte avere denaro non è tutto, per esempio quando ci troviamo di fronte a un’ammalato grave, come avere denaro non è tutto per una donna tradita e abbandonata e infine avere molto denaro non attenua certamente il dolore a dei genitori che hanno appena perso un figlio.
Perciò, sempre più stretta è quella porta che ci indica Gesù con il paradosso del cammello e la cruna dell’ago ( che qualcuno ha pensato bene di attenuare o smussare, cercando sia di allargare la cruna dell’ago in una porticina delle mura di Gerusalemme che di rimpicciolire il cammello con il camillon - una corda ) . In realtà non è così.
C’è infatti un testo Rabbinico che aggrava il paradosso, dove si dice che per una cosa difficile da raggiungere “è più facile che un elefante passi attraverso la cruna di un ago che avvenga questa cosa”.
Resta comunque il fatto che penetrare il Regno dei Cieli, presente già in mezzo a noi in questa vita o percepirne le piacevoli emozioni che tanto bene fanno al nostro cuore, non è per niente facile, anche per chi come noi non è ricco.
Vi ricordate la parabola del seme piantato in mezzo alle spine?
Ebbene, esse “le spine” sono le nostre preoccupazioni sulle cose materiali che ci circondano – i pensieri forvianti che ci distraggono dalla bellezza della parola di Dio e perciò il seme soffocato da tanta erbaccia non riesce a crescere e a dare frutto. In poche parole molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. Ma la tristezza del giovane se guardata con la lente di ingrandimento, non è del tutto negativa
infatti, proprio attraverso la tristezza si manifesta la grazia di Dio e la sua misericordia - Dio che parla al cuore – Il vangelo non ci dice se questa tristezza avrà fatto effetto sul giovane, ma ci suggerisce che il giovane se ne andò pensieroso per la sua strada. E’ la storia di tutti noi che sotto questo cielo, annaspando, cerchiamo la felicità là dove non c’è e non ci accorgiamo invece di quanto il Signore ci sia vicino e ci voglia aiutare…. Non senza però la nostra libera volontà!