9 giugno 2010

Una dieta per l’immortalità “GESÙ”

E' arrivata oggi la conferma ad una mia domanda posta a sua Em. Vincenzo Cozzi , Vescovo emerito di Melfi - Rapolla – Venosa, con cui ho da tempo intrapreso un bellissimo scambio di informazioni utili alla mia attività di catechista.
Le domande erano due ma l’argomento unico “il mistero dell’Eucaristia”:

1 - E' corretto sostenere che il corpo e il sangue di Cristo che noi riceviamo col sacramento dell'eucaristia, abbia in noi l'effetto di un germe d'immortalità, che prepari cioè il nostro corpo alla resurrezione?

2 - Infine volevo sapere se condivide quanto scritto da A. Loisy sulla resurrezione:"la Resurrezione non farà che mettere in attività le forze che la comunione al corpo e al sangue del Signore hanno deposto nell'uomo per la trasformazione finale del suo essere."Cordiali saluti Antonio

Vi riporto qui la risposta di sua eminenza:


« Caro Antonio, giustamente è stato detto che l'Eucaristia è l'incarnazione permanente. La risurrezione reale di Cristo è, possiamo dire, la garanzia di quella trasformazione che faceva esclamare a san PAOLO: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me"
Saluti.
+Vincenzo Cozzi »


E questa è una di quelle ”verità” che spesso sfugge o non viene compresa pienamente, al punto che oggi, spesso, andare a fare la comunione rimane un gesto quasi rituale, vuoto privo di senso. Compito arduo, ma indispensabile di noi catechisti, è quello di trasmettere queste realtà alle comunità, soprattutto a quei giovani che si preparano a ricevere per la prima volta il corpo e il sangue del Signore.

4 giugno 2010

A tutte le mamme


Mi sono sempre chiesto cos’è che determina lo svolgersi delle nostre giornate? E’ veramente tutto legato alla nostra volontà? Ne siamo veramente sicuri? C’è chi pensa addirittura che tutto sia da legare al caso e che la iella o la fortuna la facciano da padroni. Certo molto di quello che succede dipende dai nostri comportamenti e dalla nostra libertà di agire, possiamo prevedere con un certo margine di errore quello che scaturirà dalle nostre scelte e dalle nostre azioni, ma ahinoi l’imprevisto è sempre lì, pronto a scompaginare i nostri progetti.
Per fortuna i credenti in Cristo (quelli veri) non pensano che la vita sia realmente così, ma che ad una libertà di compiere il male, corrisponda una libertà del bene.
Ogni volta che un figlio e una madre si separano la mattina, ciascuno per la propria strada, nel genitore, inevitabilmente, scatta il pensiero a colui che domina le nostre vite, chiedendo con una preghiera, fatta di semplici gesti, una possibile protezione per ciò che gli è tanto caro.
A molti e confesso anche a me, questo gesto consueto, è sempre apparso come qualcosa che poco o nulla potrà influire sulla nostre giornate.
Eppure i Vangeli parlano chiaro …. «Chiedete e vi sarà dato» così, con queste parole Gesù Nazareno rispondeva agli apostoli che lo interpellavano durante la sua vita pubblica.
Ma cosa ci viene concesso di tutto quello che chiediamo?
Sono convinto che “quasi” tutto di ciò che chiediamo viene esaudito nel breve o nel lungo termine,
il “quasi” è giustificato dal fatto che non sempre, tra le tante cose richieste, ci sono quelle orientate al nostro vero bene.
Perciò lasciamo pure che le nostre mamme…in piena libertà intercedano per noi, poiché è proprio quella libera preghiera che permette al Signore di poter infrangere il libero arbitrio, intervenendo in nostro favore o attenuando in certi casi le conseguenze negative in cui eravamo andati a cacciarci.